Tora e Piccilli è un borgo sparso situato nell’Alto Casertano e si estende lungo le pendici del vulcano spento di Roccamonfina, tra boschi di castagni, colline tufacee e siti archeologici di straordinaria importanza.
La particolarità di Tora e Piccilli è la sua conformazione di borgo sparso, ovvero non un centro abitato compatto, ma una serie di piccoli nuclei residenziali distribuiti nel territorio, un modello urbanistico tipico delle aree rurali dell’Italia meridionale. Il comune è formato da due principali frazioni, Tora e Piccilli, un tempo amministrativamente separate, ma unite nel 1927 per ragioni amministrative.
La sua storia affonda le radici in epoche antichissime: i primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico, e successivamente l’area fu abitata dagli Aurunci e dai Sanniti, per poi essere conquistata dai Romani. Tuttavia, il territorio di Tora e Piccilli è diventato celebre a livello internazionale per un ritrovamento straordinario: le Ciampate del Diavolo, impronte fossili di ominidi risalenti a circa 350.000 anni fa, tra le più antiche testimonianze di presenza umana in Europa.
Durante il periodo medievale, Tora e Piccilli divennero parte integrante della contea longobarda di Teano, assumendo un ruolo strategico nelle rotte di comunicazione tra Lazio e Campania. Successivamente, nel XII secolo, i Normanni fortificarono il territorio per difenderlo dalle incursioni saracene, favorendo lo sviluppo di piccole comunità agricole.
Nei secoli successivi, sotto il dominio svevo e angioino, il feudo passò a diverse famiglie nobiliari, tra cui i Mastrilli e i Galluccio, che lasciarono il segno nel tessuto architettonico locale con la costruzione di edifici signorili e strutture difensive.
Tora e Piccilli è ricordato anche per un episodio di straordinaria solidarietà avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra il settembre 1942 e il novembre 1943, circa trenta ebrei napoletani trovarono rifugio tra le colline del borgo. Gli abitanti, pur rischiando la propria vita, li protessero dai rastrellamenti nazisti, nascondendoli nei boschi e nelle grotte della zona.
Questo atto di coraggio e umanità ha valso al comune la Medaglia d’Argento al Merito Civile, assegnata nel 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, come riconoscimento per la straordinaria solidarietà dimostrata dalla comunità locale.
Tora e Piccilli offre ai visitatori una combinazione di storia, archeologia e natura, rendendolo una meta ideale per escursioni e turismo culturale.
Uno dei siti archeologici più affascinanti d’Italia. Si tratta di impronte fossilizzate di ominidi del Pleistocene medio, risalenti a circa 350.000 anni fa. Il loro nome deriva dalla credenza popolare che fossero lasciate dal diavolo in fuga, ma in realtà rappresentano un’eccezionale testimonianza della presenza umana preistorica.
Edificato nel XVIII secolo dalla famiglia Galluccio, il palazzo signorile conserva elementi architettonici barocchi ed è un importante punto di riferimento storico per il borgo.
Situato in una posizione panoramica, questo convento è un luogo di raccoglimento e preghiera, immerso nella natura incontaminata del Parco di Roccamonfina.
Una delle chiese più antiche del territorio, con una facciata in stile romanico e affreschi di epoca rinascimentale.
Il territorio è ricco di percorsi escursionistici che attraversano boschi secolari di castagni, caratteristici dell’area vulcanica di Roccamonfina.
Tora e Piccilli è facilmente raggiungibile sia in auto che con i mezzi pubblici.
Si consiglia di informarsi in anticipo sugli orari di apertura delle Ciampate del Diavolo e sui sentieri escursionistici disponibili, contattando il Comune di Tora e Piccilli o gli uffici turistici locali.